Consolidamento di un edificio dalla fondazione in muratura: la problematica

Il consolidamento di un edificio storico che ha subito dei cedimenti differenziali non è mai banale. In questo caso parliamo di una dimora sita nel comune di Castelnuovo di Val di Cecina in provincia di Pisa. Si tratta di una struttura molto vasta con 3 piani fuori terra realizzati in muratura di mattoni e pietra.

Negli ultimi 2-3 anni l’edificio ha evidenziato lesioni e crepe nei muri perimetrali, in particolare in un angolo.

Indagini geologiche e analisi del quadro fessurativo hanno permesso di individuare l’esatta zona di intervento e il volume di terreno da consolidare per stabilizzare il fenomeno di dissesto.

Intervento di consolidamento di un edificio storico

L’obiettivo principale di committenza e tecnici era quello di individuare una tecnologia di consolidamento che consentisse:

  • stabilizzare definitivamente l’angolo e i muri di spina interni interessati dal dissesto
  • ottenere questo risultato senza irrigidire troppo la porzione consolidata e senza modificarla dal punto di vista strutturale e di risposta sismica
  • ridurre al minimo tempi di realizzazione e invasività delle opere.

Il consolidamento delle fondazioni eseguito con iniezione di resine espandenti se ben realizzato consente di raggiungere questi obiettivi. Va però detto che non è così semplice come può sembrare ottenere il massimo da questa tecnologia. Mi spiego meglio: tutti sono in grado di eseguire piccoli fori e iniettare materiale nel terreno sotto la fondazione ma ben altra cosa è ottenere un consolidamento del bulbo delle tensioni veramente significativo.

Per fare ciò è fondamentale riuscire ad iniettare elevati volumi di resine espandenti e mantenere caratteristiche ottimali di resistenza meccanica sia della resina sia del sistema resina-terreno consolidato.

Per ottenere un miglioramento più elevato possibile delle caratteristiche geotecniche del terreno è stato necessario impiegare 2 diverse tipologie di resine espandenti poliuretaniche:

  1. in fase iniziale sono state impiegate resine ad alta densità – ovvero materiali che hanno un ridotto potere espandente ma elevatissime resistenze meccaniche anche in espansione poco confinata – ciò consente di evitare fughe di resina incontrollate e spesso dannose e di mantenere alto il confinamento nel bulbo significativo di terreno da consolidare
  2. la seconda fase di iniezione è stata eseguita con resine ad alta espansione – si tratta di schiume poliuretaniche con pressioni di rigonfiamento molto elevate che consentono di mobilitare il terreno e penetrare anche in terreni sovraconsolidati o con bassi valor di permeabilità come accade nei terreni coesivi essiccati.

Consolidamento edifici storici con resine espandenti – I materiali

Oltre al miglioramento sensibile dei valori di resistenza meccanica del terreno, sono stati ottenuti importanti effetti indotti:

  • riempimento di cavità con diminuzione dell’indice dei vuoti;
  • assunzione e distribuzione dei carichi;
  • isolamento dell’acqua ed impermeabilizzazione.

 Il risultato finale è infatti spesso dettato non solo dall’aumento dei parametri di resistenza al taglio e diminuzione dell’indice dei vuoti, ma proprio dall’insieme di questi effetti secondari che determinano una stabilità a lungo termine del sedime consolidato.

Contattaci per maggiori informazioni su questa Case History.

    Il tuo nome (richiesto)

    La tua email (richiesto)

    Provincia

    Il Tuo Telefono (richiesto)

    Il tuo messaggio

    Accetto la legge sulla privacy

    Desidero iscrivermi alla vostra newsletter

     

     

    Inviaci un messaggio.
    Sarai ricontattato entro 24 ore.